E sì: sono consapevole del fatto che lo sto comunicando all’ultimissimo minuto.
Quando abitavo in Inghilterra e per qualche motivo non avevamo un tostapane, si scaldava il pane nel forno. Io lo mettevo dentro, dopo un minuto o due lo giravo e con questo mi sentivo a posto e non ci pensavo più – col risultato che lo bruciavo tutti i giorni. Ma proprio tutti i giorni.
per cui, quando giovedì scorso ho sostituito questa comunicazione (già preparata) con il post sui titoli, non avrei dovuto semplicemente rimandare la comunicazione a venerdì, ma programmarla. Invece poi venerdì ho iniziato un programma di frenetiche ricerche sulla Divina Giuditta Pasta, soprano ottocentesco e Cantatrice di S.M.I.R.A. (e ho avuto quattordici persone a cena), poi confesso di essermene dimenticata un pochino – tra Bibi, un’energica e urgente revisione di un vecchio monologo, la necessità di conciliare la Divina Giuditta con un piano tattico per potare di un migliaio di parole una storia che ne conta seimila – e avrebbe senso così com’è…
Però io la comunicazione l’avevo già preparata, e quindi mi sentivo la coscienza a posto. E ho bruciato il pane.
