scribblemania

In Lode dell’e-Diario

In questo post si parlava dell’occasionale idea randagia che non vi lascia in pace finché non la scrivete da qualche parte, giusto? E in proposito dicevo come in certi casi, quando l’idea è davvero persistente, non ci sia nulla da fare se non questo:

Aprite un file nuovo dovunque teniate questo genere di arnesi, e sguinzagliate Qualcos’Altro per un’ora o due – o un’intera mattinata.

E in realtà dicevo anche altre cose, ma questa è quella fondamentale, e apparentemente ha generato qualche genere di curiosità riguardo a dove si tenga questo genere di arnesi…

Ebbene, a titolo di premessa, lasciatemi citacchiare Kipling: ci sono sessantanove modi di raccogliere gli scampoli randagi, e ciascuno è quello giusto. Una cartella apposita nelle profondità del vostro hard disk, un taccuino dedicato, il taccuino generale, una scatola colma di foglietti, il registratore vocale sul telefono… Negli anni, prima o poi, ho usato e visto usare tutti questi metodi… no, non è vero: il registratore vocale non l’ho mai usato – ma mi si dice che funzioni. Però tenete conto che non stiamo parlando di un appunto volante, bensì di scampoli più o meno estesi. E in tutta franchezza, data la natura umana e la natura delle cose in genere, quando un’idea randagia possiede questo genere di prepotenza, odds are che stiamo parlando di “più estesi”.

Quindi, quel che faccio per lo più, è utilizzare un journaling software. Semmai non lo sapeste, un journaling software, o diario elettronico, è un processore più o meno complicato, con una quantità variabile di campanelli e fischietti – ma invariabilmente provvisto di un sistema interno di datazione. Sennò non sarebbe un diario, giusto? Questo significa che, quando lo aprite, vi apre automaticamente un file datato al giorno corrente, che resta in uso fino alla mezzanotte. Domani ce ne sarà un altro, e ieri ce n’è stato un altro ancora, e così via, e il programma archivia tutto per data. Nella forma base, tutto qui.

E sì, lo so che oggidì non si parla più di software ma di app – però il mio specifico diario elettronico è vecchio come le colline, ed è un software. Si chiama My Simple Friend – che, per essere del tutto sinceri, ho sempre trovato una scelta un po’ così, visto che “simple” si traduce in “semplice” in tutte le sue accezioni, compresa quella di “sempliciotto”…

Ma non si può negare che MSF sia semplice davvero. La pagina bianca, una tabella navigabile per le date in cui si è scritto qualcosa, una spartanissima barra degli strumenti… dei campanelli e fischietti di cui si diceva prima, qui non c’è granché. Le possibilità di formattazione sono ridotte al minimo, e non c’è assolutamente nient’altro.

Ma d’altra parte, questa è l’idea, giusto? Quando un’idea randagia mi punge, apro MSF, scrivo finché l’idea randagia non è soddisfatta, e chiudo. Fine. Non devo nemmeno disperarmi troppo a salvare, perché MSF è sorprendemente efficiente in questo, e devo dire che in quasi dodici anni, e pur con il mio pessimo stato di servizio in questo genere di cose, non ho mai perso una riga.*

Sì, quasi dodici anni. Ve l’avevo detto che è vecchio come le colline. Tanto vecchio che, per quanto ne so, non esiste nemmeno più…** Ma non è questo il punto. Basta gugolare qualcosa come “journaling app” per trovare dozzine di possibilità, gratuite o a pagamento, spartane o accessoriatissime, con o senza intricate opzioni di ricerca interna, immagini, promemoria e whatnot… E devo dire che vi consiglio vivamente di procurarvene uno. Uno qualsiasi, a vostro gusto, da usarsi per questo genere di cose.  L’occasionale storia randagia, pezzi del Work in Progress che volete cassare ma non eliminare del tutto Perché Non Si Sa Mai, versioni alternative, strologamenti per iscritto – soprattutto se strologate meglio alla tastiera che su carta… Cose così.

Poi, per quanto mi riguarda, è anche un cuscinetto per la coscienza: quando cedo all’insistenza di un’idea randagia, farlo su MSF mi fa sentire meno in colpa di quanto mi ci sentirei cedendo in posti digitali più strutturati e seri – come Scrivener… ma questo siete autorizzati a considerarlo un pezzetto di eccentricità personale e ignorarlo del tutto. O magari invece siete così anche voi e passate invereconde quantità di tempo a negoziare equilibri tra coscienza, subconscio e istinti procrastinatori… Son cose che ciascuno sa di se stesso, giusto? Non ne parleremo – e, a ogni buon conto, torneremo al consiglio di partenza: procuratevi un diario elettronico.

Ecco, magari assicuratevi che ci sia qualche opzione di ricerca, o almeno la possibilità di etichettare i vostri foglietti per qualcosa che non sia esclusivamente la data – perché questo forse è l’unico vero difetto che ho trovato a MSF. Adesso sto cercando di ovviare con un indice per le cose che mi capita di voler rileggere ogni tanto – ma mi ci è voluto del tempo per decidermi a farlo, e comunque ammetto che non è comodissimo.

Otherwise, però, è come quel cassetto in cui mettete tutte quelle cose che Non Si Sa Mai: comodo, poco impegnativo, ragionevolmente sicuro, divertente a rovistarsi nei pomeriggi piovosi e, all’occasione, niente di meno che una benedizione.

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* A ben pensarci, forse dovrei salvare una copia di tutto in MSF… Forse mi risparmierei un bel po’ di mal di stomaco?

** Qualcuno sa dirmi con più precisione?