anacronismi · Storia&storie

Mutande Medievali E Altri Scivoloni

anacronismi, susanne alleyn Anacronismi, anacronismi… non dico che sia la mia crociata personale, ma sapete che sono allergica agli anacronismi. Gli anacronismi psicologici e la Sindrome della Bambinaia Francese mi provocano shock anafilattico, ma in generale bastano una penna d’oca nel II Secolo a.C., una nubile seicentesca che va e viene da sola per la casa di un estraneo di sesso maschile, o un sergente che parla di serendipità nel 1744 per rendermi acutamente infelice. 

È così irragionevole aspettarsi che, nello scrivere un romanzo storico, l’autore si dia la pena di ricercare almeno un po’ la sua epoca? Sono dolorosamente consapevole del fatto che per quanto ci si sforzi, qualche incidente può sempre capitare, ma ci sono incidenti e incidenti. C’è un abisso di gravità tra lo scivolone isolato e involontario e la colpevole indifferenza – e non cominciamo nemmeno a parlare dello stravolgimento deliberato…

A questo punto posso anche confessare di avere accarezzato l’idea di mettere insieme una piccola guida all’anacronismo molesto, una rassegna di incidenti e di modi per evitarli*, ma scopro di essere stata battuta sul tempo.

Battuta da Susanne Alleyn**, con Medieval Underpants & Other Blunders, a writer’s (and editor’s) guide to keeping historical fiction free of common anachronisms, errors and myths.

Titolo imponente – ma poi la lettura è agile e sensata, e anche piuttosto divertente, divisa in una serie di capitoli che affrontano gli argomenti più comunemente maltrattati. Tra gli altri, armi da fuoco, denaro, spostamenti, alimentazione e, come s’intuisce dal titolo, biancheria. Inutile dire che una discreta quantità di parole è dedicata agli anacronismi psicologici, ai modi idiomatici, alle convenzioni sociali e alla mentalità dei secoli passati.

E sì, è un campo minato, ma la ricetta di Susanne Alleyn per l’attraversamento è semplice: mai dare nulla per scontato. Mai dare per scontate le patate, le penne d’oca e le imprecazioni – e tanto più perché, nella maggior parte dei casi, accertarsi di come stessero le cose è piuttosto facile, non foss’altro che, con le dovute cautele, via internet.

Dopodiché rimane la necessità di non ingozzare il lettore di minuzie storiche giusto per fare sfoggio di tutta quella ricerca… Ma tra l’infilare tre pagine di descrizione delle operazioni di carica di un moschetto e il fornire il vostro fante primosettecentesco di un fucile a retrocarica, ci sono infinite possibilità di giusto mezzo, e individuarne una che funzioni è parte del vostro mestiere di romanzieri storici.

Qui trovate una serie di segnali di pericolo – campi in cui è facile, o possibile, o comune inciampare, soprattutto là dove leggende, luoghi comuni e Hollywood hanno agito per generazioni sulla percezione del periodo.

Se vogliamo trovar difetti, la prospettiva è un po’ americana – small wonder, venendo da un’autrice americana – e personalmente trovo un po’ allegra la demitizzazione del Terrore Francese: è vero che Carlyle e discepoli hanno annerito non poco gli eventi di Parigi, ma Susanne glissa del tutto su faccende truci e documentate come le Colonnes Infernales e le noyades nell’Ovest. Ma non andiamo per questi sentieri – non qui e non adesso. Ciascuno ha le sue ossessioni, dopo tutto, e Medieval Underpants è un’operazione meritoria.

Anche se non scrivete né intendete scrivere mai narrativa storica, Medieval Underpants resta una lettura interessante, perché oltre ad essere un ironico catalogo di anacronismi possibili***, affronta con leggerezza una serie di questioni di metodo cui si tende a non pensare troppo, ma che sono invece piuttosto fondamentali per la definizione stessa di un genere. 

Se vi fosse venuta voglia di dare un’occhiata (e per tre dollari e novantacinque, potreste fare di peggio), trovate tutto sul sito di Susanne.

_______________________________________________

* Ecco, questa sarebbe una rassegna molto breve, in realtà, riassumibile in tre parole: ricerca, ricerca, ricerca.

** Sì, come Ned Alleyn. Sarebbe forse bastato anche questo a rendermela simpatica, ma poi ci sono gli anacronismi, una serie di gialli storici e una rinarrazione de Le Due Città – non in quest’ordine di scrittura, ma di sicuro in quest’ordine di lettura.

*** E anche alcuni che sembrerebbero impossibili – ma capitano. Oh, se capitano…