Noi siamo, vecchio Dio delle Nazioni,
una piccola patria adolescente,
sciatta nipote d’ottima famiglia,
ribelle eterna contro tutto e niente.
Abbiamo solo centocinquant’anni,
non siamo una corona millenaria
né figli di una gran rivoluzione:
è tutto nuovo, un po’ campato in aria.
Altri, più ricchi in secoli e civismo,
ci guardano col ciglio sollevato.
Facciano pur – ma, Dio delle Nazioni,
dacci un poco di senso dello stato.
E insieme a quello, un poco di misura
nell’entusiasmo come nel dolore:
la gente non applauda ai funerali,
e per quel che riguarda il tricolore…
Insegnaci, o Dio delle Nazioni,
che non si è patriottici per moda,
con la bandiera al vento oggi ch’è festa,
e poi domani si ritorna in coda.
E’ facile parlar d’Italia-Italia
nel bagno di retorica allegria.
Delle Nazioni o Dio, facci capaci
di farlo quand’è arduo – e così sia.
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Domani non sarebbe giorno di post, ma ripassate di qui, se vi va: ci sarà una piccola sorpresa per celebrare il Centocinquantesimo…
Contenuta e dignitosa, condivisibile.
A domani allora.
Cos’è, un cliffhanger? (parole nuove che si imparano su questo blog 😉
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Hm, diciamo di sì. Non è una scogliera molto alta, ma… a domani!
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