Cinquecentocinquanta parole. Dopo la serata stokeriana a teatro e una cena dopoteatro. Cena nel corso della quale ho raccontato a un certo numero di attori di questo romanzo in fieri. E anche del play marlovian-shakespeariano, che non si sa mai.
Per cui tutto sommato non credevo nemmeno di scrivere, stasera, e invece sì.
Parte di una scena in cui si dimostra che, se i protagonisti fossero ragionevoli, tutti i romanzi sarebbero brevi…
Ma i protagonisti ragionevoli sono noiosi 😉
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🙂 K. è talmente bravo complicarsi la “vita” per irragionevolezza, che spero non abbia il tempo materiale di essere noioso…
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