In realtà ho fatto qualcosa del genere la settimana scorsa su Scribblings – ma…
As I said, già fatto altrove – ma ho pensato che, considerando tutto il recente parlare di sinestesia… E no, sono certa che non è esattamente il senso in cui Voltaire intendeva questa cosa, e nondimeno si presta, non credete? Trovo che sia vero – o almeno possa esserlo – in più di un senso.
Ma insomma, ecco.
Un post pigro, dicevasi, ma non del tutto privo del suo vago e contorto perché.
Alla voce sinestesia, ho scoperto di recente che Pamela Colman Smith, la pittrice che creò i tarocchi come noi li conosciamo, “soffriva” di sinestesia – per cui lei vedeva la musica, e in più occasioni tenne delle performance dipingendo la musica che veniva suonata in sua presenza.
Il che è curioso, considerandoc ome le immagini dei tarocchi siano dei condensati di idee narraytive in forma grafica.
Così, tanto per dire.
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Hm… questo è interessante. Mi devo documentare in proposito…
On a similar vein, c’è questo bravissimo illustratore, Alessandro Sanna, che tiene dei “concerti disegnati”. Qualcuno suona e/o canta e lui… disegna – per lo più ad acquerello. Gliel’ho visto fare più volte, con tipi di musica diversissimi tra loro, ed è sempre una cosa straordinariamente bella.
Then again, “soffrendo” a mia volta di sinestesia, è possibile che sia un pochino di parte.
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