Ricordate quando eravamo bambini e leggevamo il Corriere dei Piccoli? Ricordate il meraviglioso Gianconiglio, di Carlo Peroni?
Be’, c’era questo episodio in cui tutta la popolazione di Belpelo veniva invitata nel castello dello scienziato pazzo Professor Dindon. Nel castello c’era una biblioteca, che invece di libri aveva porte, e ogni porta era l’ingresso in una storia…
Dico tutto ciò perché qualche notte fa, in una di quelle conversazioni che si fanno aspettando di veder cadere le stelle cadenti, si è venuti a parlare di viaggi nel tempo, e dell’epoca che ciascuno di noi vorrebbe visitare se potesse. Confesso che, dopo avere lungamente esitato tra la Seconda Guerra Punica, l’età napoleonica, gli ultimi mesi di Costantinopoli, la prima Guerra di Vandea, la seconda sollevazione giacobita, il Siglo de Oro e una decina di altre possibilità, ho rinunciato al mio viaggio nella Macchina del Tempo in favore dell’accesso alla biblioteca del Professor Dindon.
“Sei matta???” hanno reagito in coro i miei co-conversatori, e forse hanno ragione. Non sono sicurissima di avere fatto una scelta saggia, ma il fatto è che non posso fare a meno di domandarmi questo: preferirei incontrare l’Alan Breck storico o quello di Stevenson? Oh, d’accordo, esempio mal scelto: non c’è gara fra i due. Allora diciamo, piuttosto: il Belisario storico o il Count Belisarius di Graves? In realtà, la risposta è entrambi, perché ancora meglio che incontrare uno dei due sarebbe poter confrontare l’originale con l’immagine che ne ha creato lo scrittore.
“Allora,” mi si è detto, “l’ideale è davvero la biblioteca. Se vuoi l’originale devi solo entrare in una biografia…” Ma non so, perché nella biografia non incontrerei il Belisario originale, bensì l’immagine ricostruita dal biografo. E tutti sappiamo che cosa sono capaci di combinare gli storici. “Cronache del tempo, allora?” Anche qui c’è da vedere. Che Annibale incontrerei entrando in Polibio? Non certo quello che mi aspetto. Nemmeno se Polibio avesse incontrato Annibale di persona, invece di discuterne con gli Scipioni. Persino nella cronaca di Sosila, se fosse giunta fino a noi, non troveremmo l’Annibale “vero”, ma l’immagine che di lui aveva Sosila. Forse, però, potremmo trovarci un Sosila passabilmente aderente al vero, o quanto meno alla percezione che Sosila aveva di se stesso. Ciò che mi fa pensare che la cosa migliore sarebbe poter entrare in versioni diverse della stessa storia per vederla da vari punti di vista… Sono abbastanza certa che, se potessi entrare nella Vita di Charlotte Brontë della signora Gaskell, nelle lettere di Charlotte e in quelle di Emily, incontrerei tre Charlotte del tutto diverse. E ho il sospetto che mettere a confronto le tre sarebbe più interessante che limitarsi a incontrare la “vera” Charlotte.
Quindi sì, devo confessare che alla fin fine, tra la Macchina del Tempo e la Biblioteca del Professor Dindon, il mio voto va ancora alla biblioteca.
E voi, invece?
Consideratelo un giochino ferragostano: Macchina o Biblioteca? Quale epoca? Quale libro?