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I Promessi Sposi From Abroad

bethroted.jpgDietro consiglio di Renzo, sono andata a spulciare tra le recensioni di The Betrothed (I Promessi Sposi) su Amazon.

Posto che ce n’è solo una trentina (chiaramente non è il libro più letto nel mondo anglosassone), è interessante vedere che cosa ne pensano dei lettori non eccessivamente influenzati dallo status di monumento nazionale  di cui i PS godono da noi – o dalla troppo spesso deleteria lettura obbligatoria imposta a scuola.

A dire il vero, quasi tutte le recensioni iniziano citando la rilevanza storica e letteraria dei PS in Italia, e il fatto che tutti gli Italiani istruiti hanno letto questo libro. C’è persino chi lo consiglia come lettura preparatoria a un viaggio in Italia, sostenendo che è un ottimo argomento di conversazione con gli indigeni… Francamente, se qualcuno di voi ha preso parte o assistito a una conversazione del genere mi piacerebbe averne notizia. E dettagli.

Però, resta il fatto che l’impressione generale dei lettori angloamericani sembra essere di notevole entusiasmo. Un lettore confonde la Storia della Colonna Infame con un incompiuto, e un altro spiega che Renzo è un pescatore, ma sono dettagli trascurabili rispetto alla scoperta che almeno quattro o cinque Americani hanno letto i PS più di una volta. Non conosco le traduzioni che circolano, ma so che le più diffuse sono due, non particolarmente recenti. Nonostante questo, Là Fuori apprezzano la vicenda, i personaggi, il Seicento, l’umanità e lo humor di Don Lisander, e più d’uno si dispiace che un autore così meraviglioso non abbia scritto altri romanzi.

Un lettore paragona l’accuratezza storica di Manzoni a quella di Scott, a tutto vantaggio del Nostro, anche se le lunghe digressioni sulla peste sono considerate una deviazione gratuitina anzichenò dalla storia. A una mente anglosassone contemporanea, il fatto che quasi un quarto del libro sia dedicato a qualcosa che non è la trama del libro appare come una mancanza di purpose e intento*. E’ facile immaginare che Hugo riceva critiche dello stesso genere.

Per quanto riguarda i personaggi, non sorprende che l’Innominato e Gertrude riscuotano particolare simpatia, essendo le figure più strettamente romanzesche. Anche Don Abbondio sembra popolare, e Renzo non dispiace. Lucia viene descritta più di una volta come slightly weak, ma nel complesso Oltreoceano sembrano disposti a simpatizzare con gli innamorati che non riescono a sposarsi, benché siano spesso eclissati da altra gente scritta con più energia.

La trama viene vista (abbastanza a ragione) come un concentrato di elementi tipici del genere: i giovani innamorati, il tirannico nobiluomo con gli scagnozzi, il religioso-mentore con tratti di santità, il religioso connivente col malvagio, la monacata a forza, la guerra sullo sfondo, le sommosse, il malvagio redento… A qualcuno dei miei lettori piacerà sapere che anche all’estero la conversione dell’Innominato (The Unnamed) fa levare più di un sopracciglio**, così come la figura del Cardinal Borromeo e la generale santità di tutti i religiosi provvisti di vera vocazione.

La forte componente religiosa sembra spiazzare-annoiare un po’ qualche lettore (tranne il signore che, avendo letto l’intero tomo mentre era bloccato in un albergo in Asia, è uscito dall’esperienza con una migliore comprensione e maggiore simpatia nei confronti del Cattolicesimo). Non è una gran sorpresa: alzi la mano chi non ha mai, ma proprio mai, levato gli occhi al cielo all’ennesima pia esclamazione sui prodigi della Provvidenza. D’altra parte, alcune delle osservazioni in materia sono stock material, coerenti con l’immagine generale del Cattolicesimo in ambito protestante. A dire il vero, mi aspettavo di peggio.

Si sprecano i paragoni internazionali: Tolstoj, Hugo, Cervantes, Scott – per rilevanza in relazione alla rispettiva identità nazionale o per argomento e portata, ma l’opinione comune sembra essere che Manzoni è un grande scrittore.

Non è particolarmente soprendente nemmeno che il  commento più negativo venga da un Italiano, secondo il quale i PS sono un libro noioso e patetico, che generazioni d’incolpevoli studenti italiani hanno dovuto OBBLIGATORIAMENTE*** leggere e considerare un capolavoro – invece di dedicarsi ai veri capolavori, tipo Shakespeare, Proust e Dostoevskij… Dalla veemenza con cui condanna i PS al cestino della carta straccia, immagino che questo lettore sia molto giovane e/o traumatizzato da insegnanti di Lettere men che ideali.

Una dimostrazione in più del fatto che le letture scolastiche possono fare più danno che beneficio. Mi piacerebbe pescare una trentina di Italiani che hanno letto i PS a scuola e poi non li hanno più sfiorati con l’orlo della veste, e compararne le opinioni con le recensioni degli Inglesi e Americani di Amazon. Scommettete che l’esercizio sarebbe molto istruttivo?

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* Questo, francamente, lo penso un po’ anch’io che – come ognun sa – sono ossessionata dalla fabula.

**  Sono affascinata dall’argomentazione di una signora secondo cui l’entusiasmo del CFB per la conversione dell’Innominato non è vero zelo religioso, ma una dimostrazione dell’irresistibile fascino del potere: al CFB non fa un baffo che altra gente di minor conto al seguito dell’Innominato si converta del pari, perché l’importante è la conversione del pezzo grosso con tante malefatte sulla coscienza…

*** Maiuscole sue.

 

2 pensieri riguardo “I Promessi Sposi From Abroad

  1. “al CFB non fa un baffo che altra gente di minor conto al seguito dell’Innominato si converta del pari, perché l’importante è la conversione del pezzo grosso con tante malefatte sulla coscienza”

    Uh. In effetti non credo che Manzoni abbia una visione ingenua del cattolicesimo, il CFB ha potere e lo esercita. Tra i suoi pari. Che se ne compiaccia può anche essere una sovrainterpretazione, ma neanche delle più campate in aria, credo.

    La cosa che mi ha stupito di quei commenti è proprio il fatto che non hanno nessun timore ad affiancare Manzoni ai grandi dell’ottocento mondiale, quando un italiano medio sosterrebbe esattamente il contrario…

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  2. Istruttiva e divertente esperienza. Grazie della segnalazione. Prossimamente andrò a vedere che cosa ne pare agli smaliziati lettori americani di Jean Valjean, di Natasha e del Principe Andrej e magari anche del Giovane Werther.

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