E oggi volevo segnalare questo progetto avviato su Kickstarter: Save the Sci-Fi!
Prima di tutto, voi lo sapete che cosa è Kickstarter? Io l’ho scoperto di recente: è una piattaforma dedicata alla raccolta di fondi per progetti creativi e commerciali. Si presenta un progetto (dalla pubblicazione di un libro alla creazione di un allevamento di api a Brooklyn), si pone un obiettivo e si chiedono finanziamenti offrendo segni di riconoscenza commisurati all’entità del finanziamento – dall’adozione di un’ape* alla chiave di un negozio di libri…
I progetti restano attivi per un massimo di sessanta giorni, e alla fine si procede alla raccolta dei finanziamenti solo se la somma delle cifre offerte raggiunge o supera quella richiesta inizialmente.
L’idea è ottima, e molto americana in principio e, a giudicare dalle cifre che si vedono sul sito, può funzionare col giusto tipo di progetto e di pubblicità.
Apparentemente il progetto di cui vi parlo ha avuto tutto il successo possibile – and then some, visto che ha raccolto più del quadruplo dei finanziamenti richiesti per avviarlo.
Così adesso immagino che i membri del gruppo Singularity & Co. siano impegnati a organizzarsi per recuperare e ripubblicare in versione digitale i vecchi classici di fantascienza ormai fuori catalogo e altrimenti destinati all’oblio…
bello, vero?
Ora, dite la verità: non vi è mai capitato di digrignare i denti di fronte alla scelta di titoli digitali? I classici tornati nel pubblico dominio da un lato, le nuove uscite dall’altro – e in mezzo il nulla. Non avete mai desiderato il resto? I titoli che sono fuori catalogo senza essere pubblico dominio? Ebbene, ecco Singularity & Co.
E a questa magnifica idea arrivo dal lato della fantascienza principalmente perché da qualche tempo frequento in rete gente molto fantascientifica, ma le potenzialità di progetti di questo genere non hanno fine. Vero è che non tutti i generi saprebbero raccogliere questo genere di entusiasmo, ma spero tanto che qualcuno ci provi con i vecchi romanzi storici – tutti quei titoli che adesso bisogna dissotterrare dai banchetti digitali dei sellers di Amazon…
Singularity & Co. è formata da gente di senso pratico: la presentazione del progetto include l’intenzione di venire a capo della questione dei diritti d’autore per decine e decine di vecchi contratti che non contemplano i diritti digitali, dando a ciascuno il dovuto – hence la necessità di finanziamenti.
“Meglio ancora,” promettono questi meritevoli pionieri, “una volta che avremo messo insieme un metodo per farlo, lo renderemo pubblico, così che il salvataggio digitale non debba limitarsi alla fantascienza.”
Ormai il progetto in questione è abbondantemente finanziato e, spero, sulla strada della realizzazione. Auguro a Singularity & Co. la miglior fortuna e un destino di capostipite – perché se è senz’altro vero che le potenzialità del digitale vanno ben al di là della semplice digitalizzazione del cartaceo, non vedo una ragione al mondo per cui quel che è stato scritto per la carta debba necessariamente essere condannato all’oblio senza appello.
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* E sì, lo ammetto: questa cosa delle api a Brooklyn mi affascina. Per la cronaca, mancano ancora 9 giorni e le promesse coprono il 61% dell’obiettivo. Non sono certa che andrà a buon fine. Peccato. – ETA 17.IV: E invece è andato in porto. Un alveare cresce a Brooklyn!
Kickstarter è un metodo di raccolta fondi molto interessante, chissà che non apra nuove vie di retribuzione per gli autori. Quando i progetti hanno successo, capita che ne abbiano molto (penso al webfumettista Rich Burlew, http://www.kickstarter.com/projects/599092525/the-order-of-the-stick-reprint-drive). E in un’epoca in cui quasi tutto è reperibile gratuitamente online, Kickstarter può – molto americanamente – costituire una variante particolare del self-publishing. Devo dire che dubito dell’efficacia di un metodo del genere in Italia, sia per la quantità che per la qualità del pubblico; però non si sa mai.
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Su Kickstarter ho appoggiato diversi progetti – per cui tanto per dire, ho qui sullo scaffale un romanzo in cui compaio nel (lunghissimo) elenco dei ringraziamenti.
Per taluni progetti, spesso il successo è sorprendente – sto seguendo un progetto di narrativa che continua a sforare il tetto proposto, e quindi i responsabili continuano ad aggiungerci materiale: si era partiti con “10 dollari, ti mandiamo l’ebook”, ora siamo a “10 dollari, ti mandiamo la trilogia principale più due romanzi fuori serie, i segnalibri, l’adesivo…”
Anch’io sono dubbioso riguardo alla nostra italietta – tutte le volte che ho parlato di crowdfounding con amici e colleghi la reazione è stata di ironica superiorità e cinica supponenza.
Il classico “e perché dovrei pagare per qualcosa che ancora non esiste? E che poi magari trovo da scaricare gratis quando esce?”
Siamo una cultura malata.
D’altra parte, il modello di Singularity & Co. è flessibilissimo.
Tutta la narrativa di genere vive ormai solo di ultime novità e tasti storici, perdendosi il medio livello.
Esistono, è vero, ristampe meravigliose prodotte da piccole case editrici, ma di solito sono difficili da reperire ed hanno prezzi inumani.
E chiudo dicendo che anch’io amerei vedere ristampati certi titoli della narrativa storica. Per quanto le recenti ristampe di Harold Lamb promettano di tenermi impegnato a lungo…
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Temo anch’io che la mentalità italiana e il crowd-funding non siano fatti per conciliarsi bene… Scommettere sulle possibilità di un’idea – fossero pure solo 10 Dollari senza la prospettiva di un ritorno economico, deve sembrare poco “furbo”, vero?
Ah, se solo non annegassimo in questa idolatria della “furbizia” in astratto… Quite depressing.
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Il culto della furbizia è la nostra rovina – soprattutto perché viene praticato con entusiasmo da persone che furbe non lo sono affatto.
Ed i risultati si vedono.
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