bizzarrie letterarie · elizabethana

Esserci O Non Esserci Una Volta – In Una Galassia Lontana Lontana

ian doescher, shakespeare, guerre stellariQuesto non sarà un post lungo, ma contiene una chicca.

Ricordate quando si parlava di come nel mondo anglosassone Shakespeare si mantenga vivo anche a forza di elaborazioni, parodie, libri-game e, in generale, tutto fuorché la venerazione acritica e cieca?

Ecco, adesso Yahn mi segnala un altro esempio di questo – a mio timido avviso – invidiabilissimo rapporto con il Bardo. Si chiama William Shakespeare’s Star Wars (Verily, a new hope), ed è… be’, quel che dice l’etichetta.

Ian Doescher ha ri-raccontato la trilogia originale di Guerre Stellari in linguaggio shakespeariano. In versi. A cominciare dal prologo con la galassia lontana lontana, qui affidato al Coro – e via guerreggiando tra le galassie in pentametri giambici.

E ha trovato un editore in Quirk Books – che già in passato ha dimostrato di non aver particolare pudore nel fare il solletico ai classici…

Fantastica idea, spassosissima realizzazione – e poi vogliamo parlare della mentalità che sta dietro un’operazione del genere? La mentalità che, non mi stancherò di ripeterlo, salva i classici dal vegetare, venerati e non letti, sotto strati innumerevoli di vetro, polvere e fraintendimenti…

E sì, possiamo sperare, sospirare, e pregare le divinità preposte, ma intanto date un’occhiata al sito del libro, dove potete anche scaricare l’incipit (badate a R2-D2!) e vedere il trailer in cui la principessa Lei(l)a apostrofa l’assente jedi così: Obi Wan Kenobi, thou art my only hope!

E la Forza del Bardo sia con voi.

4 pensieri riguardo “Esserci O Non Esserci Una Volta – In Una Galassia Lontana Lontana

  1. Fantastico!Ecco queste sono le cose che adoro!Vedi?Molto più divertenti queste iniziative che i soliti saggi di ricercatori che cercano novità e scoop nella vita del povero Bardo.Queste cose sì che tengono viva l’opera e lo scrittore attraverso il tempo (così tanto tempo!)Che poi il fatto che le opere di Shakespeare siano davvero stupende e non abbiano bisogno di tutto questo io ne sono convinta ma è anche un modo di avvicinare i lettori più giovani, di carpirli e poi stregarli con l’opera originale.

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  2. A piacermi è il fatto che Shakespeare continui ad essere oggetto d’interesse, di dibattito, di domande, di sperimentazioni, di elaborazioni… e sì, anche di speculazioni su chi fosse. Fin che ci s’interroga, si strologa, si lavora e si sorride su un autore, l’autore non è lettera morta.

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