scribblemania · teatro

Piccolo Bollettino Notturno

Oggi niente.

Nemmeno una parola.

Non è che non ci abbia pensato – e ho preso appunti sul mio taccuino nuovo, perché non c’è nulla di più perso di un appunto non preso.

Ma la giornata è stata inghiottita completamente da Bibi e il Re degli Elefanti. E dalla commemorazione del mio mentore.

E dopo sono stata a cena con la compagnia, e abbiamo brindato. Ripetutamente. E fatto progetti per il futuro. Un futuro comune.

Per cui, qualora ve lo chiedeste, la risposta è dodici.

E magari non è che sia al massimo della lucidità.

Ecco.

4 pensieri riguardo “Piccolo Bollettino Notturno

  1. Su, capita! Non farti abbattere!
    Ricordati questa storiella (copincllo da Wikipedia http://it.wikipedia.org/wiki/James_Joyce):
    “Significativo dello stile di Joyce è un aneddoto riportato da Stephen King: “Un giorno, andandolo a trovare, un amico lo avrebbe trovato riverso sullo scrittoio in un atteggiamento di profonda disperazione. «James, cos’è che non va?» avrebbe chiesto l’amico. «È il lavoro?». Joyce avrebbe assentito senza nemmeno sollevare la testa e guardare l’amico. Era naturalmente il lavoro; non lo era sempre? «Quante parole hai scritto oggi?» avrebbe domandato l’amico. E Joyce (sempre in preda alla disperazione, sempre con la faccia posata sulla scrivania): «Sette». «Sette? Ma, James, è ottimo per te!» «Sì» avrebbe risposto Joyce alzando finalmente la testa «Suppongo di sì, ma non so in che ordine vanno!».”

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