“Ma tu, o Clarina, non stavi revisionando un romanzo?”
Ebbene sì, stavo. Sto.
Tre mesi, a questo punto, di riletture, rimuginamenti, appuntiappuntiappunti, epifaniole, taccuini, post-it, cartoncini di varie misure e vari colori…
Da un lato, molte cose hanno assunto una forma di qualche tipo – spesso anche piuttosto soddisfacente. Dall’altro… Eh. Questa storia ha delle pretese. Un sacco. Alcune sono sensate, altre sono lodevoli, altre ancora – come quella di finire in due modi diversi – non mi colmano precisamente di tripudio.
Tutto ciò ha fatto sì che nel corso dell’ultimo paio di settimane – complice anche un simpatico susseguirsi di malannucci di stagione – io abbia girato in tondo tra le mie montagne di appunti e post-it, mugugnando tra me e facendomi venire le rughe in fronte.
E ciò non è bello.
Così ho cercato aiuto, conforto e suggerimenti – e ne ho avuto uno che, una volta assorbito lo shock iniziale, mi piace molto:
Comincia la seconda stesura, mi si è detto.
Anche se ho l’impressione di non essere affatto pronta. In fondo i casi sono due: o è solo un’impressione – e allora tanto vale che mi tutti e cominci, oppure ho ragione – ma almeno cominciare smuoverà qualcosa e forse, procedendo, mi accorgerò di che cosa diamine sia che non va.
E vi dirò, lo schock iniziale (Manononsonoprontanonlosonoaffattomiservonoancoraunpo’digiornisettimanemesiannisecoli…) è durato pochissimo – perché in realtà l’idea di cominciare la seconda stesura è molto, molto, molto attraente…
Questo è successo sabato pomeriggio e poi, la vita e le bronchiti essendo quel che sono… er, non ho cominciato.
Ma oggi è lunedì, e sto quasi bene – o quanto meno ho deciso che ho concesso alla faccenda tutto il tempo che intendo concederle – e quindi oggi pomeriggio si comincia la seconda stesura, perbacco!
Intanto, a titolo di incoraggiamento, metto qui di fianco il contaparole della revisione.
Vi farò sapere.