Da un po’ non aggiornavo il contaparole della seconda stesura – ma non perché fossi ferma.
Mentre il contaparole sonnecchiava indisturbato, io sono andata avanti e ieri mattina, O Lettori, ho concluso la seconda stesura.

Hooray, Eugè, Din Don Dan, e altre consimili espressioni di letizia.
Centoduemilasettecentoottantaquattro parole. Un po’ tantine, soprattutto perché devo ancora aggiungere qualche scena che ho lasciato indietro. Ma, se tutto va bene e con un po’ di editing rigoroso, una volta che avrò aggiunto tutto quel che manca, tolto quel che ridonda, deciso che cosa fare di un personaggio e tirato il tutto a lucido, conto di ritrovarmi con centomila parole – una misura ragionevole per un romanzo storico sul mercato anglosassone.
Ma questo è lavoro per la metà di aprile, dopo un paio di settimane di decantazione.
Nel frattempo, rejoice with me: ho finito la seconda stesura!
Sono soddisfatta del risultato? Ragionevolmente.
Ci ho messo troppo tempo? Oh, sì.
È valsa la pena di cominciare invece di agitarmi come un millepiedi che non sa più che zampa muovere per prima? Perbacco, sì!*
Adesso, se sono bravina, per un paio di settimane mi dimenticherò di Ned. E sì, per carità, so che faccio sempre di questi propositi, e poi mantenerli è un’altra faccenda – ma questa volta ho due cose e mezza di cui occuparmi intensamente. Cose di teatro – cose, tra parentesi, di cui verrete informati a tempo debito…
Per ora inclino a non essere del tutto insoddisfatta di me stessa. Dopo tutto, ho finito la seconda stesura, giusto?
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* E, mentre siamo qui, grazie D., per avermi dato una spinta quando a me sembrava una follia…
Oh… e no: non è, non è e non è un pesce d’aprile.