No, niente Hepburn-Poitier-Tracy. Tutt’altro, in realtà. Enfasi sulla cena: il teatro in cucina, e il cibo a teatro.
Perché il cibo è uno dei piaceri della vita oltre che il nutrimento indispensabile del nostro corpo. Ma è anche sostanza dello spirito quando diventa letteratura, pittura, scultura, musica e… teatro. Perché il cibo è arte, in cucina, sulla tavola e non solo.
Così il cibo, da alimento del corpo, diventa anche nutrimento immateriale, un elisir dell’anima da assaporare con tutti i sensi, con il pensiero e le emozioni. Non è certo un caso che, per tutta la storia, l’alimentazione abbia ispirato pittori a scultori a riprodurre cibi, bevande, tavole imbandite, cucine ricche di utensili, dispense colme di ogni ben di Dio… Ma attorno al cibo ruota anche tutta una parte essenziale della nostra vita, fatta di tradizioni, rituali di famiglia, convivialità e, all’occasione, conflitto. A tavola si parla, si ricorda, si celebra, ci s’innamora, ci si ritrova, si litiga… Sarà forse vero che a tavola non s’invecchia, ma di certo ci si vive – e di questa particolarissima vita la letteratura e il teatro si nutrono da sempre.
Questo spettacolo vuole raccontare proprio quel lato dell’umanità che si raccoglie attorno all’arte di mangiare e cucinare – e lo fa dosando con cura ingredienti di prima qualità: teatro e poesia, prosa e ricette, classici e contemporanei, conditi con abbondante ironia, un pizzico appena di cattiveria e un filo di nostalgiche memorie.
Quel che ne nasce è un buffet di assaggi, sfizioso e vario – dai tortelli di zucca all’aragosta Thérmidor, da Benni a Molière ad Ayckbourn… (E, se siete curiosi, le “mie” portate sono una fettina di Cyrano di Bergerac e un Pranzo di Babette mignon).
Menu ghiotto, non vi pare? E, già che ci siamo, comunicazione: a causa delle bizze del meteo, lndovina Chi Viene a Cena è spostato da martedì 13 a venerdì 16!