Nel 1889 Le Tour du Monde en 80 Jours aveva già 17 anni, ma era ancora così popolare da scatenare sfide come quella dell’americana Nellie Bly, pioniera del giornalismo d’inchiesta, che partì da New York nell’intento di replicare e battere il record immaginario di Phileas Fogg.
Naturalmente non è il genere di cosa che possa lasciare del tutto indifferente un autore: giungendo a Londra, Nellie trovò ad attenderla un telegramma di Jules Verne, che la invitava a visitarlo ad Amiens, compatibilmente con il suo itinerario. E in realtà era una deviazione – ma Nellie non se lo fece ripetere due volte, e così fu che il romanziere francese e la giornalista americana s’incontrarono…
Nel suo libro, Il Giro del Mondo in 72 Giorni, Nellie riporta la conversazione. A quanto pare Verne era deliziato da questa giovane emula del suo protagonista, e curioso sull’intero progetto, sulle possibilità tecniche, sull’itinerario… Nellie gli spiegò che, dopo la traversata da New York a Londra, e poi a Calais, contava di toccare Brindisi, Port Said, Ismailia, Suez, Aden, Colombo, Penang, Singapore, Hong Kong, Yokohama e San Francisco – per poi fare ritorno a New York.”
“E Bombay?” chiese Verne. “Phileas Fogg passa per Bombay.”
Quella era, in effetti, l’unica variazione rispetto all’itinerario descritto dal libro. “Ma io devo risparmiare del tempo,” disse Nellie, “Non la vita di una giovane vedova…”
Al che Verne scoppiò a ridere: “Be’, chissà – forse vi capiterà di salvare un giovane vedovo da qualche altra parte, eh, Mademoiselle?”
Nellie rispose, un nonnulla piccata, che non tutte le donne sono in cerca di un uomo – e apparentemente anche questo divertì molto Jules Verne.
Nellie non solo incarnava una generazione successiva, ma era all’avanguardia di una mentalità nuova, e non era né la prima né l’ultima volta che si trovava di fronte a idee di questo genere… E naturalmente Verne era uno scrittore di romanzi avventurosi in cui le rare donne sono sempre damigelle in pericolo che l’eroe deve salvare…
Però aveva anche una formidabile fiducia nel futuro, nel progresso e nell’umana capacità di capire, esplorare, sperimentare e migliorarsi. Non è per caso che volle incontrare Nellie, che seguì con entusiasmo e interesse tutto il viaggio – con tanto di telegramma di congratulazioni alla fine – e che nemmeno per un istante sollevò dubbi di fronte al fatto che a emulare il suo protagonista fosse una donna.
Quindi credo che non gli dispiacerebbe affatto la versione del suo romanzo in scena in questi giorni al Teatrino d’Arco – in cui Fogg e Passepartout sono due donne. La mia Miss Phyllis Fogg deve la sua determinata flemma britannica al protagonista di Verne – e la sua incrollabile fiducia nelle capacità di una donna a Nellie Bly.
Perché non venite a viaggiare con lei, mentre attraversa un mondo avventuroso, affollato e coloratissimo, con la sua svagata ma fedele cameriera francese al seguito, e il tenace Ispettore Fix all’inseguimento? Ci sono navi, jungle, inseguimenti, processi, elefanti, salvataggi, sparatorie con i Sioux, scommesse, dirottamenti – e tutta la magia del teatro, nella nuova produzione dell’Accademia Campogalliani.
Il Giro del Mondo in 80 Giorni è in scena fino al 27 novembre. Potete prenotare dal giovedì al sabato, tra le 17.30 e le 19, al numero 0376/325363. Oppure potete mandarci una mail all’indirizzo biglietteria@teatro-campogalliani.it.
ma quindi alla fine, ce l’ha fatta Nellie? 😉
"Mi piace""Mi piace"
Oh yes – e in settantadue giorni!
"Mi piace""Mi piace"