C’era una volta il Libro da Borsetta.
E in realtà forse c’è ancora, e non è del tutto estinto – ma non sa fare a meno di colpirmi come una specie a rischio…
Adesso vi spiego.
Il LdB è un librino piccolo. Idealmente è di dimensioni tali da poter stare in tutto tranne le borsette da sera più estreme. All’atto pratico, va benissimo un paperback di proporzioni ragionevoli, che non sottragga proprio tutto lo spazio disponibile. Non dev’essere tanto grosso che si sia tentati di lasciarlo indietro quando si ha anche la più remota prospettiva di dover attendere. Uffici di qualsiasi natura, ambulatori medici o veterinari, viaggi in treno – al limite anche in coda alla cassa del supermercato. C’è un corollario della legge di Murphy per questo – o, se non c’è, dovrebbe esserci: se non si ha al seguito un LdB, si finirà con l’attendere e annoiarsi; se si ha al seguito un LdB, può capitare di dover attendere oppure no – ma se non altro, si ha di che leggere.

Tutto ciò fa sì che il LdB si legga inevitabilmente a bocconi e spizzichi – e per lo più non da solo. Voglio dire, nella vita quotidiana, quella che si svolge fuori dalle sale d’attesa e dagli uffici postali, si leggono libri piccoli e fermaporte impropri, secondo criteri che nulla hanno a che fare con la capacità delle borsette, giusto? E dunque, a meno di volersi mettere a caccia di qualcosa di piccolo ogni volta che si esce per andare ad attendere da qualche parte, tanto vale avere un libricino che viva nella borsetta. A parte tutto il resto, è bene che sia un libro che si è disposti a leggere a bocconi e a spizzichi, per l’appunto.
Inoltre, vivere nelle borsette non fa necessariamente bene alla salute dei libri. Il rischio di finire con copertine gualcite e orecchie nelle pagine non è del tutto da trascurarsi. Quindi potrebbe non essere una cattiva idea procurarsi uno di quei segnalibri con l’elastico: il segnalibro propriamente detto funziona come un segnalibro normale – solo che, anziché vicino alla costa, lo si mette vicino al taglio, così che l’anello di elastico possa tenere chiuso il libro ed evitare il grosso dei danni.
Nel corso degli anni ho letto con una certa varietà in questo modo – dalle raccolte di poesie di poche pagine, a cose come Dead Ned e il suo seguito Live and Kicking Ned, di John Masefield – due piccoli paperback Puffin anni Settanta, cinquecentoventi sottilissime pagine fitte fitte fra l’uno e l’altro, a riprova che le dimensioni fisiche sono una faccenda relativa.
E a questo punto è chiaro che si tratta di tutt’altra cosa rispetto al Libro da Viaggio, che si legge assai meno sporadicamente e che si sceglie – o almeno io scelgo – in base all’attinenza con il viaggio in primo luogo, e solo in seconda battuta in base alle dimensioni.
Quindi, ricapitolando, il LdB dev’essere qualcosa di piccolo, qualcosa che possa vivere nella borsetta, qualcosa che si possa leggere a bocconi e spizzichi – abbastanza attraente da ingannare l’attesa, ma non così irresistibile da doversi leggere altrimenti o perdere il sonno…
Dev’essere – o almeno doveva. Doveva fino alla comparsa dello smartphone. Lo smartphone è piccolo, si tende a portare sempre con sé, non rischia di rovinarsi stando nella borsetta, ha l’app Kindle, e consente di accedere a una Rete intera di letture, in ogni momento e in ogni luogo, senza il minimo problema di dimensioni… Certo, non ha l’appeal romantico del librino che si estrae dalla borsa e si legge, non consente di sbirciare le copertine altrui e non favorisce affatto quelle occasionali conversazioni tra lettori… e tuttavia.
Devo confessarlo: questo post si deve al fatto che in una borsetta che non usavo da tempo ho ritrovato un LdB abbandonato: The Infernal World of Branwell Brontë, di Daphne du Maurier – letto più o meno fino a metà, a giudicare dalla posizione del segnalibro con l’elastico. E poi abbadonato.
E adesso lo finirò senz’altro, e non necessariamente tra sale d’attesa e uffici postali, e non voglio dire che non mi porterò mai più al seguito un LdB – ma resta il fatto che il LdB come realtà irrinunciabile ha conosciuto un certo tramonto, per quanto mi riguarda.
E voi, o Lettori? Come vi organizzate per code, attese, anticamere e altre consimili delizie?
Confesso che da anni ormai il mio LdB è lo smartphone, posso leggere anche in situazioni di oscurità e posso sistemare la grandezza del carattere (sono presbite). Ricordo anche io con un pizzico di nostalgia i tempi in cui nella borsa (o zainetto) infilavo il mio LdB, magari scelto con cura (non troppo pesante, non troppo impegnativo). Adesso oltre all’app Kindle uso anche Pocket per leggermi gli articoli che spesso sono della lunghezza giusta per qualche fermata di metro.
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Eh sì… il XXI secolo è l’era del declino del LdB. Un tempo la mia personale ed empiricissima statistica non contava mai meno di sei libri in mano ad altrettanti commuters su qualsiasi vagone del Tube londinese. Adesso è diventato molto, molto più difficile a dirsi. I Kindle sono ancora indicativi – ma con lo smartphone, non si può mai essere sicuri: la signora con la sciarpa viola starà leggendo Dostoevskij o controllando le previsioni del tempo? Il tipo da City con la ventiquattrore sarà così preso da P.D. James o dai risultati delle partite? …
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