Arte Varia · grillopensante · guardando la storia

La Fabbrica del Rinascimento

Venerdì scorso sono stata rapita* e portata a Vicenza, a visitare La Fabbrica del Rinascimento – ed è stata un’esperienza di enorme soddisfazione.

C’è il fatto che non visitavo una mostra da prima della fine del mondo, ma soprattutto La Fabbrica del Rinascimento è una mostra magnifica, concepita e realizzata in un modo che mi fa estremamente felice. Continua a leggere “La Fabbrica del Rinascimento”

teatro

Giornata Mondiale del Teatro

Il teatro come istituzione è il principale meccanismo tramite il quale gli esseri umani sviluppano i loro modelli di condotta, la loro moralità, le aspirazioni, l’idea del bene e del male e, in generale, quelle fantasie a proposito di se stessi e dei loro simili che, se praticate con persistenza, tendono a diventare fatti nella vita reale.

(C. W. Hodges)

E diciamo la verità… mai come ora l’umanità ha avuto bisogno di esplorare e riaffermare questo genere di idee, per cui… lunga vita al teatro!

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Tempi interessanti…

Le incisioni ovidiane di Virgil Solis – e, già che ci siamo, anche quelle di Bernard Salomon

I costumi nuovi per Alice

Un accento scozzese, o anche due. Diversi…

I copioni de Il Canto della Terra

E non ditemi che non adorate la Rete Onnisciente: ci sono siti che vi permettono di calcolare le fasi lunari in qualsiasi epoca… La sera del 26 giugno 1583 (calendario giuliano) a Londra c’era la luna piena.

E non dimentichiamoci di Verne, per favore

La cucina francese nel Rinascimento, le intemperanze della Scozia, le giurisdizioni criminali, Giordano Bruno… Continua a leggere “Tempi interessanti…”

grillopensante · memories · Persone

In Memoriam: Francesco Nosari

Era un’istituzione, il Professor Nosari, colonna del Liceo Ginnasio Virgilio per decenni.

Quanti Mantovani ha iniziato al Latino e al Greco, in quanti abbiamo letto sotto la sua tutela l’Eneide e i Promessi Sposi? Capita d’incrociarsi tra vecchi alunni… “Nosari anche tu?” E via a ricordare spiriti aspri e dolci, e dieci frasi dal Latino all’Italiano e altrettante viceversa, e la matita rossa e blu, e i lunghi elenchi di paradigmi greci, e il temutissimo sacchetto di tela verde con i numeri della tombola – ricordi di un’epoca delle rispettive vite in cui un 5 e la disapprovazione a labbra strette del Professore erano un’angoscia maiuscola.

Forse è un cliché chiamarlo uomo d’altri tempi – ma un cliché calzante e che, credo, gli sarebbe piaciuto. Due lauree in Lettere Classiche e Chimica, coltissimo e rigoroso, terziario francescano, dedito all’insegnamento in maniera quasi monastica, con quell’aria di disperare sempre un po’ di noi ginnasiali… faceva lezioni aggiuntive il pomeriggio per chi volesse, e metteva molta cura nell’ignorare la contemporaneità.

Il 10 di novembre del 1989 entrò in classe, segnò le assenze e si preparò a interrogare, come se nulla fosse. Una di noi, più audace degli altri, alzò la mano. “Professore, ha visto che è caduto il Muro di Berlino?” Lui la fulminò con lo sguardo da dietro le sue lenti fumé. “E allora?” chiese. “Io so le Guerre Puniche, e mi basta!” E riprese a interrogare.

Il Professor Nosari non voleva televisione nel suo appartamento stracolmo di libri – e io sospetto molto che la contemporaneità non gli piacesse.  Che la trovasse cupa, plebea e bugiarda… E badate, forse scrollerebbe le spalle nel vedermi citare Rostand a suo proposito, perché il suo rifugio era l’antichità: il rigore della grammatica e della metrica (che si doleva di non insegnarci più a fondo), la prospettiva lunga e decantata della storia, la bellezza disciplinata della poesia – Esiodo più di tutti, con cui s’identificava…

E da quei due anni di tutela rigorosa si usciva ben formati nelle basi, e solo dopo, incontrandolo da vecchi alunni, si scopriva che il Professor Nosari era capace di sorridere. Quante volte va così: lo avevo temuto molto per due anni (ero una fanciullina impressionabile) e poi, a timori passati, mi scoprivo grata – e sì: anche affezionata.

Per anni e anni, dopo, col Professor Nosari ci siamo scambiati gli auguri di Natale e anche qualche lettera, e capitava d’incrociarsi in città. “Che cosa fa lei, adesso?” mi chiedeva – irremovibilmente passato a darmi del lei fuori dai banchi di scuola. Traduzioni, dicevo. E teatro. E poi scrivo. “Ah sì,” era il commento abituale. “Ha sempre avuto in testa la scrittura, lei. E i temi… non erano nemmeno male.”

Quando scrissi Di Uomini e Poeti, e fu rappresentato e pubblicato, gliene mandai una copia. Mi scrisse una lunga lettera fitta di citazioni latine – e, tra l’una e l’altra, lo si leggeva soddisfatto della sua vecchia alunna. Forse persino un po’ orgoglioso – e, a vent’anni dal Ginnasio, quella soddisfazione la vissi come una medaglia.

Chissà se c’è, nei Campi Elisi, un posto per i vecchi professori di Ginnasio… mi piace immaginare il Professor Nosari che si aggira sui prati con il suo impermeabile, la sua cartella e quell’aria sempre un poco corrucciata, in cerca di Virgilio o Esiodo per una buona chiacchierata in Latino.

Isoletta · libri, libri e libri

Biblioteche II

Si parlava, ieri sera con M, di biblioteche… e, cresciute in città diverse, ciascuna raccontava un po’ delle “sue”.

“Mi fai venir voglia di farci un post,” le ho detto – e solo dopo mi è tornato in mente che ne avevo già fatto uno, anni fa… questo qui, in cui dicevo del mio tardivo rapporto con questo genere di luogo… E rileggendolo, mi è parso che il post in questione parlasse di cose lontane lontane…

Well, yes – alcune lo sono davvero, come il Ginnasio, l’Università, l’Erasmus… Altre, lo sembrano soltanto. Continua a leggere “Biblioteche II”